Differenza tra Studio, Acceleratore e Incubatore

May 25, 2021

Quali sono le principali differenze tra Startup Studio, Acceleratore e Incubatore? Scopriamolo insieme in questo articolo.

Calma, uno step alla volta

Spiegare la differenza tra Startup Studio, acceleratore e incubatore è sicuramente: necessario, per chi si avvicina a questo mondo; utile, per chi è più esperto. Ripassare non fa mai male. Imparare nemmeno. E se sei un founder e spesso devi rispondere alla domanda “Ma quindi siete un acceleratore barra incubatore?” ora puoi linkare questo articolo. Come puoi anche suggerire i precedenti sugli Startup Studio (qua l’introduzione, qua lo storico, qua le tipologie).

Cos’è, cosa fa uno Startup Studio

Repetita iuvant. Uno Studio lavora su più Startup in parallelo, utilizza un core team di esperti (qui a Mamazen lo chiamiamo il dream team) e entrepreneurs-in-residence selezionati con cura, fornisce infrastrutture condivise e in-house funding.

Uno Studio sviluppa solo Startup generate internamente (cioè le inventa il dream team) che nascono solo (e solo se, ricordi le definizioni matematiche di liceo o università?) dopo un’analisi approfondita dei bisogni reali del mercato. Non abbiamo parlato di matematica a caso. I numeri sono fondamentali. Permettono allo studio di abbassare drasticamente la percentuale (numeri, numeri everywhere) di fallimento perché le analisi di mercato consentono di generare aziende con tassi di successo superiori.

Come detto, lo Startup Studio non è un investitore early-stage ma è il fondatore delle Startup che sviluppa. Le cavalca, allenandole, fino a portarle alla Exit.

Il paragone sui cavalli, seppur richiami il Giappone e i samurai, potrebbe essere fuorviante. Poiché lo Studio genera le proprie Startup (ZEN) come un genitore, una grande mamma (MAMA). Mama+zen: guarda il nostro logo, riconosci la meiosi?

Avendole generate (proprio come una mamma) lo Studio conosce ogni aspetto delle proprie Startup e le cresce nella maniera migliore possibile, continuando questo rapporto simbiotico e autoalimentato per i mesi necessari.

E il successo? È prevedibile? Tieni conto che le Startup create da uno studio hanno meno possibilità di fallire al contrario di quelle tradizionali (che falliscono 9 volte su 10):

  • Il tempo medio Zero-to-Exit si attesta attorno ai 4,3 anni al contrario degli 8 di quelle tradizionali.
  • L’exit rate di uno Studio si attesta attorno al 16% (con un range che va dal 9% al 30%) quello dei VC si aggira attorno all’8%.
  • La valutazione media delle startup generate da uno Studio è stimata a 74 milioni di dollari contro i 50 milioni di quelle tradizionali.
  • Il tasso interno di rendimento – IRR – medio per uno studio è del 53%, per una start-up tradizionale del 21,3%.

Gli studio però non sono tutti uguali dal punto di vista lavorativo-metodologico: se vuoi saperne di più, ecco.

Cos’è, cosa fa un Acceleratore di Startup

Avete presente Fast and Furious? L’Acceleratore non è il pedale, ma il NOS (protossido di azoto): velocizza al massimo lasciando indietro i competitor.

Nelle Startup, però, cosa succede esattamente? Accelerano la crescita delle startup fornendo consulenze professionali e un network di investitori diversamente irreperibili. Sono programmi di crescita intensivi che condensano ciò che durerebbe anni in pochi mesi. In poche parole, danno un boost alle Startup create. Meglio di Tinder, si spera.

Come avrai capito, le Startup che entrano nel programma di accelerazione non sono create dall’acceleratore ma vengono selezionate tra quelle che si candidano all’ingresso. Una volta scelte, l’acceleratore vuole portarle nel minor tempo possibile al primo round di fundraising. E poi? Concluso lo sprint, è subito verde prateria. E il cavallo correrà da solo.

Prima però, c’è stata la cavalcata insieme. Gli acceleratori si dividono in due grandi tipologie: seed e second stage.

Gli acceleratori seed accelerano le Startup che non hanno ancora raggiunto la fase seed. E anche questa è una cavalcata di pochi mesi (solitamente quattro). Riguardano quindi startup giovani, che però hanno un potenziale talmente notevole da meritarsi subito l’accesso a un round di finanziamento. Gli acceleratori offrono:

  • Incontri con mentor
  • Supporto logistico (co-working o strumenti di lavoro)
  • Public Pitch Event
  • Demo Day

Gli acceleratori second-stage raccolgono startup più adulte che hanno già raccolto i primi finanziamenti. I programmi durano da 2 a massimo 6 mesi, tempo in cui si cerca di costruire il network che colleghi la startup agli investitori per proseguire con i successivi round di investimento. Allo stesso tempo, c’è un supporto logistico. uffici, strumenti, coworking… Vengono pagati? Certo, ma ci sono diversi modi. Alcuni acceleratori fatturano alle startup, forniscono consulenze e investimenti chiedendo in cambio equity. Nella vita d’altronde, nulla è gratis. E se qualcosa è gratis, vuol dire che sei tu il prodotto.

In Italia ad esempio esiste: Nana Bianca.

Che cos’è, cosa fa un Incubatore di Startup

E il Roju disse al giovane Samurai, prendi una manciata di terra, mettici un seme e tienila in mano. Dissestalo, fagli prendere il sole e di notte tienilo al caldo. Così resisti finché non sarà nata la pianta. da LA BUSHIDŌ SECONDO MAMAZEN

L’incubatore di Startup fa questo. Fa germogliare (incuba, proprio come si fa con i neonati) startup in fase embrionale, aiutandole a strutturare il proprio business prima di lanciarlo nel mercato.

Anche in questo caso le idee sono esterne, ma i progetti durano anni invece che i pochi mesi degli acceleratori. Molti incubatori di startup sono pubblici e non richiedono quindi equity in cambio dei servizi prestati, anzi, gran parte degli investimenti sono a fondo perduto.

Buona parte del loro focus riguarda il mentoring per colmare il gap di conoscenze e garantire alla startup una struttura per la futura crescita, nonché il supporto logistico come uffici e strumenti di lavoro (software, licenze, etc).

In Italia ci sono diversi incubatori di startup nati all’interno delle università pubbliche come ad esempio i3P.

Le differenze? Eccole!

SCOPO FINALE
Lo startup studio punta a liquidare il proprio investimento attraverso una exit della propria startup. Ora stai attento perché quanto segue è dannatamente importante. Gli interessi delle startup, dello Studio e degli investitori sono perfettamente allineati perché tutti perseguono lo stesso scopo, la famosa, ricercata, fantasmagorica (si spera di no), exit.

L’acceleratore invece vuole far raggiungere alla startup l’apertura di un round di investimento: seed round nel caso di un acceleratore seed; round successivi alla fase seed nel caso di un acceleratore second–stage.

L’incubatore aiuta il team a costruire una startup che possa essere immessa nel mercato. Quindi fornisce alle startup gli strumenti e i mezzi per strutturare al meglio la propria azienda così da renderla pronta ad entrare in gioco nel “mondo dei grandi”.

In termini di tempo si può affermare quanto segue:

  • Lo studio lavora su una finestra temporale di lungo periodo;
  • L’acceleratore lavora su una finestra temporale di breve periodo;
  • L’incubatore lavora su una finestra temporale di medio periodo.


EQUITY

Lo Studio è il founder o co–founder delle startup che crea, quindi possiede una equity stake importante: curando l’individuazione del need di mercato, l’ideazione, lo sviluppo dell’MVP, tutta la fase di lancio ed essendo in più fondatore nonché primo investor della startup va da sé che lo Studio possiede una fetta importante delle quote delle startup figlie.

L’acceleratore investe nella startup fornendo anche gli strumenti per aumentare la velocità di sviluppo del prodotto. In cambio,  acquisisce parte dell’equity delle Startup che accedono ai suoi programmi di accelerazione. Dato il ruolo limitato se confrontato a quello di uno Studio, l’acceleratore possiede però un numero inferiore di quote.

L’incubatore raramente possiede quote delle startup che incuba. In parte perché aiuta a sviluppare un’idea che è ancora in stato embrionale, ma non dimentichiamoci che spesso gli incubatori nascono in seno a un ente pubblico.


APPROCCIO

Lo startup studio utilizza un approccio definito “imprenditoria parallela”, pratica ovvero lo sviluppo interno di business basati su reali esigenze di mercato con l’obiettivo di portarle fino all’exit (normalmente riceve founder shares) fornendo servizi, team, risorse e finanziamenti. Lo ricordiamo ancora una volta: gli interessi di Studio, startup e investitori sono allora perfettamente allineati. Questo è un enorme vantaggio per tutti i partecipanti al progetto e per il progetto stesso.

L’acceleratore vuole raggiungere il prima possibile la crescita e l’efficacia della Startup che segue fornendogli strumenti, servizi (mentoring, consulenze) e possibilità per mettere il turbo verso un round di finanziamento.

L’incubatore vuole annullare il gap di conoscenze e strumenti sofferto dalle Startup, preparandole all’ingresso nel mercato. Potrebbe essere definito come una “palestra per startup” (dove lo Studio è invece una fabbrica). L’incubatore allena il più possibile le realtà che incuba rendendole pronte al day 1, ovvero l’entrata nel mondo del mercato.

C’è da fare un altro distinguo molto importante: sia gli acceleratori che gli incubatori lavorano su startup ed idee esterne “non validate”. Uno studio, solitamente, lavora alle idee generate internamente su reali esigenze di mercato. Farlo, è il suo lavoro. Utilizza strumenti e analisi con un'efficacia pressoché irraggiungibile fuori dagli Studio. Su questa basa la costruzione delle sue Startup. Su questa si basano i suoi risultati migliori.

Ora che sai la differenza, puoi passare al prossimo argomento, cioè l’approccio che uno startup studio può adottare nei confronti del mercato: verticale o based opportunity.

Il nostro Dojo ha bisogno di nuovi Sensei: mentor illuminati capaci di guidare i nostri founder/samurai nel loro percorso di crescita economica e perché no, anche spirituale. Sensei, nella lingua giapponese, significa “nato prima” e viene identificato in una persona ricca di esperienza e competenze che abbia voglia di trasmetterle agli altri per farli crescere.
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