Come validare un'idea secondo Jake Hurwitz

June 28, 2021

Definisci pro e contro, definisci il target, analizza il mercato e il team. Ecco come trasformare un’idea in una Startup.

Nello scorso articolo ti abbiamo raccontato come si costruisce una startup, ora ti spiegheremo come scegliere e validare l’idea che darà vita alla startup.

È Jake Hurwitz ad aver ideato il metodo che ti proponiamo oggi. Dalla Germania di Tobias Gutmann della scorsa puntata si passa all’America, che è il paese che sforna il 50% degli unicorni e dove Jake ha co-fondato GSSN. Ora è attuale Founder di The Gallery.

Come validare un’idea di Startup secondo Jake Hurwitz

Ora blocco in mano, e prendi appunti.

A) Pro e contro

Stila subito la più classica delle liste per ogni idea di startup che ti ronza in testa così da identificare i punti di forza e quelli di debolezza. Se l’idea riceve più valutazioni positive di quelle negative allora è quella giusta. Altrimenti scartala. La prima regola dello Smart Club è: non parlare mai di un’idea dopo averla scartata. L’altra grande prima regola, quella dello Start Club, è: scarta una regola subito dopo aver trovato più contro che pro.

B) Definisci il target

Chiarisci subito a chi si rivolge la tua idea di startup. Eccoti alcune domande utili da farti quando stai definendo il tuo target.

  1. Chi è e che linguaggio usa?
  2. Qual è la dimensione del mercato, è in crescita?
  3. Ci sono barriere legali o fisiche da considerare?
  4. Ci sono già altri prodotti o servizi che risolvono il problema che hai trovato?
  5. Qual è il lifetime value del cliente?
  6. Quanta attenzione ha il tuo target per la qualità del prodotto? Quanta per il prezzo?

C) Analizza il prodotto che stai offrendo

Identificato il target, si passa al prodotto. Esaminalo in profondità, sonda il più possibile. Devi conoscerlo sotto ogni punto di vista. Sotto, trovi una decina di domande che ti aiuteranno.

  1. Quale sarà il costo di acquisizione del cliente?
  2. Quando e quanto spesso pagherà
  3. Utilizzerà una tecnologia ancora da sviluppare?
  4. Quali saranno le caratteristiche del prototipo e quanto costerà costruirlo?
  5. Da dove provengono i primi profitti?
  6. Qual è il costo opportunità?
  7. Perché ora è il giusto momento per svilupparlo
  8. Qualcuno ha già provato a risolvere il problema? Cosa è successo?
  9. Quali saranno i tuoi competitor, quanto capitale ti sarà necessario per competere al loro stesso livello e qual è il loro vantaggio competitivo?
  10. Che cosa distingue il tuo prodotto da quello degli altri?
  11. Ci sono barriere all’entrata?

D) Ultimo step: analizza il team con il quale vuoi lanciare l’idea di startup

Questo è il momento più difficile, quello che mette ogni personaggio davanti alle sue stesse paure. Valutare gli altri potrebbe essere facile, ma valutare sé stessi non lo è. Sii obiettivo. Non essere ottimista, né pessimista. Né arrogante, né troppo critico. Non mentire a te stesso per nessun motivo. Rispondi semplicemente a queste domande.

  1. Siete il team competente per sviluppare il prodotto/servizio che volete lanciare?
  2. Avete le competenze che servono? E se no, quali vi serviranno?
  3. Avete bisogno di assumere altre persone per portare avanti questo progetto? Se sì, quali e con quali competenze?

Dalla teoria alla pratica

Dopo aver risposto a tutte le domande, se (e solo se) la tua idea-prodotto avrà superato tutti gli step, arriva il momento di sporcarsi le mani. Qui la tua idea si trasforma in qualcosa di visibile. Tipo? Le tre cose principali da produrre per trasformare la tua idea in una startup secondo Jake Hurwitz sono Logo, Mockup e Landing.

Per il logo c’è un limite particolare. Riguarda il tempo, ed è breve. 1 ora. 60 minuti. Non devi andare in “overthinking” (un’ora è più che sufficiente per poter produrre un logo per il lancio) e non ti preoccupare se non ti soddisfa al 100%, la brand identity di ogni azienda varia nel tempo e potrai modificare il tuo logo successivamente, quando l’idea sarà decollata e avrai più fondi a tua disposizione. Se in questi 60 minuti cerchi ispirazione, fai un giro su Dribbble. La cosa importante è che il logo sia semplice e intuitivo.

Arriviamo ora al Mockup. Il limite temporale è aumentato a un giorno, rimane comunque il consiglio di evitare l’overthinking: sii chiaro, crea grafiche che rispecchiano quello che la tua azienda-prodotto vuole trasmettere. Per via della difficoltà del mockup - e anche per una questione di UX - potrebbe essere utile affidarsi a un professionista. Se necessiti di questa figura puoi trovarla a un costo accessibile su Fiverr.

Quando avrai il tuo logo e il mockup allora è il momento di pensare alla Landing. Stesso limite temporale del mockup: un giorno.

Ti consigliamo di utilizzare Webflow, che offre un’ottima esperienza no-code per poter mettere le basi per il proprio sito.

In tutto questo, hai notato qualcosa di strano? Hurwitz suggerisce sempre un limite temporale, e l’intero processo dovrebbe durare dai 3 ai 5 giorni come una specie di weekend lungo: divertirsi è implicito in questa fase. Crea un mood in cui le cose succedono quanto più possibile “naturalmente”. Non forzarle. Facciamo un recap con gli highlights:

  1. Scrivi il testo della tua landing page su un Google Docs e ricordati questa fondamentale regola: KISS!: Keep It Simple and Stupid!
  2. Struttura una CTA accattivante da inserire in homepage
  3. Utilizza Webflow o Huflow per creare form con i quali ottenere i contatti dei tuoi utenti (email, numeri di telefono, etc.). La leggerezza, ricorda, è il segreto della vita. Non essere pesante altrimenti nessuno lascerà i propri dati
  4. Acquista il dominio del tuo sito, Webflow offre abbonamenti mensili per pochi dollari in cambio di funzionali strumenti di gestione
  5. Assicurati che il tuo sito funzioni bene anche via mobile, avere un sito mobilefriendly ormai è indispensabile dato che la maggior parte del traffico proviene da dispositivi mobili
  6. Non “pensare troppo”, la perfezione non è di questo mondo. Fatto è meglio che perfetto.

Hurwitz non è l’unico ad aver scritto un metodo per validare un’idea.  farlo. Un altro metodo porta il nome di Brent Freeman. Eccolo.

Certo, è romantico che un samurai viva al completo servizio della sua idea. Ma cosa è più pericoloso di seguire fino alla morte un’idea sbagliata? da LA BUSHIDŌ SECONDO MAMAZEN

E ora che sai come si valida un'idea secondo Jake Hurwitz?

Come ti abbiamo detto all’inizio ora che sai come validare un’idea secondo Jake Hurwitz è il momento di conoscere un altro metodo: quello di Brent Freeman.

Il nostro Dojo ha bisogno di nuovi Sensei: mentor illuminati capaci di guidare i nostri founder/samurai nel loro percorso di crescita economica e perché no, anche spirituale. Sensei, nella lingua giapponese, significa “nato prima” e viene identificato in una persona ricca di esperienza e competenze che abbia voglia di trasmetterle agli altri per farli crescere.

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